Impressioni dal Moon and Stars

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Chi vive in Ticino conosce, suo malgrado, il moon and stars, una serie di
concerti dove artisti di fama mondiale suonano nella piazza Grande di Locarno.
È una manifestazione che a prima vista sembra positiva: grandi artisti come i
deep purple o, l’anno scorso, Santana, ravvivano le serate di una Locarno che è
sempre più spenta. Certo, Laura Pausini non a tutti interessa, forse neppure
Duffy, ma ci sono sicuramente degli artisti che potrebbero interessare a molte
persone. E allora, Evviva il Moon and Stars!!! O no?

Come ben sappiamo, l’economia del Ticino si basa in gran parte sul turismo. È facilmente comprensibile, dunque, che lo scopo della manifestazione è quello di rafforzare quel
polo turistico che è Locarno. Senza voler entrare in merito alla questione del
significato di "sviluppo economico" e dei problemi che esso comporta,
mi sorgono spontanee delle domande. Per esempio, è forse giusto che il Comune
di Locarno non riesce (non vuole?) mettere a disposizione un luogo per fare la
festa del Liceo, malgrado gli sforzi profusi da parte dei liceali in questo
senso? L’autoorganizzazione degli studenti non ha nessun interesse economico, e
allora non viene ritenuta degna d’interesse, mentre naturalmente i deep purple
smuovono le masse, fanno crescere il turismo, creano dei nuovi sbocchi
economici o comunque rafforzano quelli vecchi legati al turismo. Non per nulla
l’organizzazione del moon and stars è affidata alla ditta di Glattbrugg
"good news production AG", ditta con un fatturato annuo di 50 milioni
di franchi (e non è un caso se suona un certo Gölä che in Ticino nessuno
conosce).

Il prezzo di un biglietto per i concerti si aggira sui 90-100 franchi. Un
costo che non tutti possono permettersi. Una fetta della popolazione dunque è
costretta a rinunciare ai concerti, e perciò il moon and stars si propone come
una manifestazione esclusiva, una manifestazione per pochi, dove i più poveri
non sono ammessi. Non parliamo dell’offerta VIP da 450 franchi, con tanto di
aperitivo offerto prima e dopo il concerto, posteggio riservato, posti in piedi
sulla tribuna rialzata, eccetera.

Sono stato poco tempo fa al Rototom, la più grande
manifestazione di musica reggae d’Europa, che si ripete da 16 anni in un
paesino vicino ad Udine. Anche se in questa edizione sono successi molti fatti
negativi legati all’inquietante presenza repressiva della polizia, come per
esempio le perquisizioni nelle tende (!), le perquisizioni già alla stazione di
Udine o la massiccia presenza all’interno del festival di poliziotti in
borghese, fatti che potrebbero portare gli organizzatori a spostare la manifestazione
in un altro luogo, dal punto di vista economico possiamo certamente notare una
grande differenza con il Moon and Stars. Vero, sono due manifestazioni che
hanno un bacino di pubblico decisamente 
diverso, ma la differenza dei prezzi è notevole. Gli organizzatori del
Rototom cercano infatti di mantenere i prezzi ad un livello accettabile, un
livello che più o meno tutti gli interessati si possono permettere, anche se effettivamente
non tutti si possono permettere 80 Euro per quattro serate. Ma c’è comunque uno
sforzo in questo senso. Eppoi diciamocelo, l’ambiente che c’è al Rototom non è
paragonabile a quello del Moon and Stars.

 

In ogni caso, anche se posso capire il fan di Santana che
non vuole perdere l’occasione di sentire un suo concerto dal vivo, io al moon
and stars non mi sento a mio agio tra cantanti testimonial della coca cola e
securitas che si mostrano sempre di più come i servi dei loro padroni, e
preferisco allora sentire gli ABC alla festa del Liceo, dove tutti possono
venire, dove l’organizzazione è auto organizzazione degli studenti, e dove, per
questi motivi, vedo davvero un fattore di crescita; non crescita economica ma
crescita umana. Ma questo al comune di Locarno sembra non interessare

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